Un memorandum di cooperazione per promuovere l’internazionalizzazione delle imprese italiane in Russia.
E’ stato siglato ieri dal ministero dell’Industria e del Commercio russo e da Confindustria Russia un memorandum di cooperazione per l’istituzione di una cabina di regia volta ad accompagnare le imprese italiane che vogliono sviluppare il proprio business nel territorio russo.
Il memorandum è stato firmato dal ministro russo Denis Manturov e dal presidente di Confindustria Russia Ernesto Ferlenghi. Presenti all’incontro anche i rappresentanti del settore imprenditoriale italiano in Russia – tra cui Eni, Saipem, Mapei, Pirelli, Cremonini, Tecnimont -, l’ambasciatore d’Italia in Russia Cesare Maria Ragaglini e il direttore dell’ICE di Mosca Pier Paolo Celeste.
Sull’esempio di competitor europei come Francia e Germania, che, ha spiegato il numero uno di Confindustria Russia, “da tempo promuovono il modello della joint-venture nei rapporti con la Federazione”, con questo accordo l’Italia intende promuovere insieme a Mosca strategie di cooperazione bilaterale e opportunità di business per imprese italiane e russe. Tra i settori più promettenti della cooperazione Italia-Russia sono stati individuati il farmaceutico e l‘aviazione.
Mosca sta mettendo a punto una nuova legge per la definizione dei criteri di assegnazione degli appalti da parte di società statali russe ad aziende straniere. In tale contesto, il ministro Manturov ha assicurato che si terrà conto anche della percentuale di localizzazione della società partecipante alla gara, “in modo da stimolare gli imprenditori esteri ad entrare nel mercato in modo più consistente”.
Altro focus dell’incontro il cosiddetto contratto speciale di investimento, uno strumento specifico previsto da Mosca per gli imprenditori stranieri che delocalizzano la propria attività, creano nuovi impianti produttivi, modernizzano gli impianti esistenti o realizzano impianti di produzione di beni di cui non esistano equivalenti o sostituti in Russia. In tutti questi casi sono previsti, per un periodo massimo di dieci anni, incentivi e sgravi fiscali, condizioni agevolate per l’uso di immobili e terreni pubblici e garanzie contro modifiche peggiorative della normativa in vigore.
Embargo russo: le conseguenze per l’export italiano
Il memorandum di cooperazione acquista ulteriore valore se si considerano i difficili rapporti tra Ue e Russia, che da circa due anni a questa parte stanno avendo pesanti ricadute sull’economia europea, in generale, e italiana, in particolare.
In risposta alle sanzioni imposte gradualmente da Bruxelles a partire da marzo 2014 nei confronti della Russia per il suo ruolo nel conflitto ucraino, il 6 agosto 2014 il Cremlino ha infatti disposto il divieto di importazione di 51 categorie di prodotti agricoli e alimentari provenienti dall’Ue, così come da Stati Uniti, Australia, Canada e Norvegia. Fra questi, in particolare: carne, formaggi, latticini, frutta e verdura. Pochi giorni dopo, l’11 agosto, Mosca ha vietato l’importazione dagli stessi Paesi di prodotti tessili, abbigliamento, calzature e pelletteria, limitatamente alle società pubbliche russe.
L’embargo, che aveva durata iniziale di un anno, è stato via via esteso ed è tuttora in vigore, con gravi conseguenze economiche per le spedizioni italiane verso Mosca. Secondo un rapporto del Centro Studi di Confagricoltura sulle conseguenze dell’embargo, l’export agroalimentare made in Italy in Russia, che nel 2013 aveva raggiunto quota 485 milioni di euro, nel 2015 è sceso a 241 milioni di euro, risultando in sostanza dimezzato rispetto a due anni prima.
Per il periodo compreso tra agosto 2014 e luglio 2015, il rapporto di Confagricoltura mostra perdite importanti soprattutto per ortaggi (-98,9%), frutta (-94,5%), formaggi e latticini (-93,6%), carni e frattaglie (-88,4%).
Fonte: http://www.fasi.biz/
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